Animali Fantastici e Dove trovarli, perché sarebbe potuto essere un disastro e perché non lo è stato.

Salve a tutti signori, questa non vuole essere una recensione cinematografica, non studio cinema quindi non ne ho le competenze. Queste vogliono essere considerazioni personali senza fine critico. E’ prima di tutto necessario mettere in chiaro che io, colui che scrive, unico detentore del potere su questo sito, è cresciuto con Harry Potter. Sono un grande fan della saga letteraria e, anche se con le dovute riserve, anche cinematografica.

Partiamo dal presupposto che dopo il flop dell’ultimo libro scritto dalla Rowling sono entrato in sala con il magone, sicuro di trovarmi davanti all’ennesima trovata commerciale priva di ogni utilità. Il film è splendido. Inutili giri di parole sarebbero superflui, tanto vale mettere subito in chiaro il mio punto di vista.

Da qui in poi  il pezzo conterrà SPOILER

Intanto partiamo dalla trama che sarebbe potuta essere, a mio modestissimo avviso, un disastro. Newt Scamander, magizoologo cresciuto culturalmente a Hogwarts, si trova a New York dove incontra un No-Mag (nome dei Babbani newyorkesi) che compie delle azioni per le quali sarà necessario andare in giro per la città alla ricerca delle creature magiche fuggite dalla borsa che Newt portava con sé.

La trama, così descritta, è tremenda. Sembrerebbe un documentario sugli animali magici mal riuscito. La cosa bella della storia è infatti la stratificazione: quella sopra è solo la base, o meglio, è il pretesto per introdurre dei temi importanti che saranno approfonditi nei prossimi film. Sempre a livello di trama, per ora vorrei soffermarmi su questa ed in seguito sviscerarne i temi, è necessario capire che il centro della questione, benché appaia solo nella seconda parte del film, è la ribellione di alcuni maghi a delle normative medioevali. Questa è la trama: anche la faccenda degli Obscuri è un pretesto, anche se centrale e meravigliosamente importante in questo film.

Partiamo dal primo tema che vorrei mettere in luce: la repressione di sé. La prima cosa che viene in mente è pensare alla follia dei Secondi Salemiani (la cui guida a me ha ricordato esteticamente la Umbridge per i modi di fare)  che vogliono uccidere tutti i maghi e le streghe. Ovviamente questa scelta fa sì che chi in realtà dimostra di avere dei poteri o comunque una tendenza alla magia si senta in pericolo e quindi reprima la sua natura. Questo avviene ovviamente con Credence che cresce reprimendosi. A ben vedere però questo avviene con tutti quanti i personaggi: Queenie (per la quale io ho una venerazione quindi non sono oggettivo) si sente dire costantemente che non deve leggere nella mente, e quella è la sua natura; Tina avrebbe dovuto soprassedere sulle violenze inflitte a Credence da una Babbana reprimendo il suo sento di giustizia; Jacob non ama il suo lavoro ma la banca non gli concede un prestito; le stesse creature magiche non vengono comprese; Newt viene detto chiaramente che è a scuola non ha avuto vita facile e si capisce abbastanza immediatamente che è un personaggio un po’ strambo, fuori dalle righe. Ciò che però mi colpisce ancora di più è aver fatto notare che questa repressione, l’essere costantemente in lotta con se stessi può portare a conseguenze disastrose: nella fattispecie a generare un Obscurus, che è una forza prorompete e oscura che nasce in chi tenta di reprimere la propria magia.

Altro tema splendidamente trattato è quello dell’ambiente: non si prospetta all’orizzonte, neanche dai primi minuti di pellicola, un film sull’animalismo, ma è importante il messaggio che passa. Gli animali, in questo caso fantastici, sono creature diverse da noi che hanno bisogni diversi, e Newt si batte proprio per questo. Ciò è evidente in ciò che accade al Thunderbird che viene salvato dal protagonista che lo trova incatenato in condizioni pietose e lo libera per riportalo in Arizona, suo habitat. Tra l’altro è interessante vedere come si riporti l’argomento anche nella scena del locale in cui, l’elfo malavitoso ostenta quell’atteggiamento di superiorità sulla natura trattando l’asticello come merce di scambio, che nasce proprio con la rivoluzione industriale.

A proposito di ciò ho amato, e credo solo io, l’accenno ai problemi che si è portata avanti la rivoluzione industriale: quando Jacob va in banca, il direttore non gli concede un prestito per aprire una pasticceria perché “ormai le macchine possono produrre in poco tempo tantissime ciambelle. Adorabile.

Importante secondo me è anche soffermarsi sui personaggi femminili, per i quali però ho in progetto di fare un post dedicato ad ognuna. Facendo una panoramica molto veloce, ho trovato tutte caratterizzate incantevolmente, ognuna per diverse ragioni delle quali parlerò poi. La trattazione del femminile è ben oltre i problemi di genere, e risultano quindi tutte perfettamente inserite in un contesto di parità con i colleghi uomini.

Cosa che poi ho apprezzato tantissimo è la risposta ai problemi durante il film: non è una risposta per rabbonire che guarda, è una risposta cruda, a volte crudele: basti pensare alla fine del povero Credence. In questa storia non si cerca mai la via più buona per risolvere un problema, anche a costo di lasciare lo spettatore con l’amaro in bocca. A questo discorso se ne può collegare un altro, che è quello della ragione degli antagonisti: noi fino ad ora non abbiamo un cattivo folle, cieco d’ira e sete di potere. Grindelwald è certo l’antagonista malvagio, ma non vuole conquistare il mondo, non vuole creare il panico, vuole tentare di far valere dei diritti, vuole sovvertire un ordine sociale, è più un ribelle politico che un antagonista paragonabile al diavolo come Voldemort. Mi spingerei a dire addirittura che qualcuno parteggerà per Grindelwald.

Cosa egregia è l’estetica: il gusto del bello tipico degli anni 20 è evidente: anche la magia si accompagna a ciò, lo vediamo mentre l’elfa canta con delle figure che le ballano intorno, lo vediamo nella preparazione dello strudel che io ho trovato magnifica, lo vediamo anche nel vezzo di Queenie di indossare la sua veste con l’ausilio della magia. Tutto è bello, tutto è armonioso in piena coerenza con il gusto dell’epoca.

I costumi sono splendidi, perfettamente caratterizzanti chi li indossa: Newt è molto colorato rispetto al grigiore cittadino che lo circonda, Queenie è sempre vestita di Rosa coerentemente con il suo atteggiamento forse un po’ svampito, ma come mi piacerebbe approfondire, di certo non sciocco, anzi. Tina ha un vestito molto austero, così come è austera la sua idea di giustizia, filone portante e causa della sua espulsione dal mondo degli auror. Seraphina Picquery, il ministro, ha un abbigliamento consono ad un afrodiscendente, per niente occidentalizzato nonostante ricopra un ruolo di potere

Sul cast non ho niente da dire, tutti eccellenti, compresi e soprattutto i volti meno noti del cast. La colonna sonora è meravigliosa: strizza l’occhio alla precedente pur distaccandosene abbastanza evidentemente.

Intimandovi di andare al cinema, guardare il film e sognare, vi saluto e vi auguro una buona visione e buone letture.

 

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